È giunto il momento di chiedere l’aiuto di uno psicologo?

Forse la tua vita non sta andando esattamente come vorresti. Forse attraversi un periodo di smarrimento, di angoscia, o di paura per il futuro. Se non fosse così, non avresti preso in considerazione l’idea di consultare uno psicologo. Il punto è: cosa può fare per te uno psicologo?

Pensiamo ad alcune situazioni comuni: la ricerca o la scelta di un lavoro; o anche la minaccia della perdita del lavoro, la scelta un nuovo corso di studi, o di un trasferimento in un’altra città; pensiamo alla fine di un rapporto sentimentale, la necessità di affrontare una malattia cronica, o un lutto. Ma ancora di più: a volte si può stare male senza sapere il perché, avere idee fisse, paure irrazionali, tristezza inspiegabile, attacchi di panico di cui è impossibile individuare la causa.

Prima o poi può capitare a chiunque. Può capitare di non riuscire a vedere vie di uscita, soluzioni, un modo per andare avanti. Lo psicologo, prima di tutto, ti aiuterà a mettere a fuoco il problema, o meglio: quegli aspetti del problema che non riesci a vedere con chiarezza, e dai quali invece dipende lo stato di confusione e di incertezza da cui non riesci a liberarti da solo.

Probabilmente ne hai parlato già con i tuoi familiari, o con i colleghi, o con qualche amico, ma non è stato sufficiente perché di fatto il tuo disagio non si è risolto.

Lo psicologo ti aiuterà a considerare le cose da un’angolazione a cui non avevate potuto pensare,

né tu né quelli che hanno cercato di aiutarti

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Per vedere le cose da quella angolazione occorrono due requisiti: poter osservare dall’esterno — con un atteggiamento di partecipazione ma anche con la giusta distanza emotiva — e avere una specifica competenza a trattare i problemi degli altri. Questi due capacità sono caratterizzanti la professionalità specifica dello psicologo.

Vincere le resistenze

Rivolgersi a uno psicologo  è una decisione spesso presa con difficoltà: si può sentire il disagio di dover chiedere aiuto per problemi che si vorrebbe sapere risolvere da sé. A volte c’entra in qualche modo l’orgoglio. Spesso, quindi, si crea un “circolo vizioso”: si affronta la prospettiva di chiedere l’aiuto dello psicologo con le stesse emozioni di incertezza e di preoccupazione che si vivono rispetto al problema di vita che appunto porterebbe a chiedere quell’aiuto. Si tratta allora di fare un gesto di sana umiltà, riconoscendo che non c’è nulla da rimproverarsi se non si è riusciti a farcela da soli. Cercare e accettare aiuto quando è necessario è una condotta intelligente, e non c’è in essa nulla di cui vergognarsi.

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Come lavora con noi lo psicologo?

La competenza tecnica di professionisti quali l’architetto, l’avvocato, il commercialista, è immediatamente intuitiva: quella dello psicologo lo è molto meno. Lo psicologo è uno studioso della vita mentale, e quindi delle emozioni e del loro rapporto con il pensiero, con la capacità di riflettere e di prendere decisioni; è un professionista dell’ascolto attivo, e il suo campo di intervento non è rivolto solamente ai disturbi del pensiero e del comportamento, ma si estende anche alle forme “comuni” del disagio emotivo e interpersonale.

Spesso quando si pensa alla consulenza psicologica o alla psicoterapia si immagina un tipo di intervento che agisce sull’individuo aiutandolo a disfarsi dei “difetti” o dei meccanismi che funzionando male originano sofferenza e disagio. Questa è una posizione troppo semplicistica e assai poco efficace, che rischia di essere sterile. Il nostro studio propone interventi in cui il “luogo” del problema viene individuato altrettanto nel rapporto tra le persone e con i contesti (lavoro, famiglia, vita sociale) che nella singola persona con il suo carattere, le sue qualità e i suoi difetti.

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